TUBI raggiunge i 64m di utenti



Ci troviamo in un’epoca dove tutto quello che ci piace lo possiamo vedere direttamente da casa grazie ai molteplici servizi di streaming. Una volta per vedere un film dovevamo attendere l’uscita al cinema, quindi spostarci fino a lì e comprare il biglietto, ora basta accendere un dispositivo elettronico e loggarsi ad una piattaforma streaming come Disney+. Se invece vogliamo guardare una serie, non occorre correre a casa appena finisce la scuola, mangiare in fretta per non perdersi i primi minuti e guardarla in televisione perchè viene trasmessa ogni giorno alla stessa ora. Basta aprire sul proprio cellulare l’app di Netflix, anche in autobus, ad esempio, e riprendere la serie in “continua a guardare”.
Tutto questo viene permesso grazie agli abbonamenti che gli utenti sottoscrivono con i vari canali di streaming. Non importa che sia un pagamento mensile, trimestrale o annuale, le piattaforme permettono la visione dei propri programmi solo previo pagamento. Il problema è che ogni servizio ha le proprie serie, i propri documentari e i propri film e quindi bisogna attivare più abbonamenti che vanno a competere con i soldi dei film al cinema e della tv via cavo.
Questo però non avviene per Tubi, il servizio di streaming statunitense di proprietà della Fox Corporation fondato nel 2014. E’ una piattaforma che permette la visione dei propri contenuti in forma gratuita grazie ad un finanziamento che deriva interamente dalla pubblicità. Attualmente si possono visionare oltre 50.000 titoli, tra film e serie TV, aggiungendo più di 200 canali in diretta.
La società ha annunciato che Tubi ha recentemente raggiunto la quota di 64 milioni di utenti attivi e molto probabilmente aumenterà nel corso del 2023. Tra i motivi, oltre al fatto che è gratuito e che il costo degli abbonamenti degli altri servizi di streaming cresce sempre di più, è che ha raggiunto anche un accordo con la Warner Bros in riferimento ai titoli che metterà a disposizione.
Molti spettatori quindi preferiscono venire interrotti dalla pubblicità piuttosto che spendere molti soldi per siti che non è detto trasmettono titoli più interessanti.
Staremo a vedere quello che accadrà, se gli utenti continueranno ad utilizzare le piattaforme a pagamento, spendendo anche qualcosa in più per gli abbonamenti ma senza essere interrotti dalla pubblicità nei momenti più salienti, oppure se farà da padrone il fatto che non si debba pagare per guardare serie e film.